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domenica 22 maggio 2011

la musica come il vento per gli aquiloni

A volte ci abbandoniamo al ritmo dolce di una canzone e ci facciamo trasportare lontano, la musica sembra quasi parlare al cuore, ci accorgiamo che riesce a penetrare oltre quella pelle indurita con gli anni, a scavalcare quel muro che abbiamo costruito attorno a noi e ci trasporta emozioni dimenticate.


Canzoni che danno la carica, che gridano alla rivoluzione, alla pace, che trasmettono cultura, le malinconiche melodie d'amore, le semplici tarante popolari che non ti permettono di stare fermo. Bastano poche note per trasmettere una emozione, pochi puntini neri su 5 righi e 4 spazi, per creare un qualcosa di stupendo un qualcosa che va al di la di linguaggi sociali, dei confini degli stati, di qualsiasi avversione fra società o persone.



La musica è pace e armonia; non si è mai vista una guerra di musica, se due suonatori si incontrano, anche se non parlano la stessa lingua sapranno parlare con la melodia.
Immaginate un mondo di musica e poesia, dove le industrie producano strumenti e non armi, non esisterebbero le guerre, ma solo concerti, solo melodie e rumori figli della pace e dell'amore, perchè un brano per un compositore è come un figlio, è frutto del duro lavoro e di un sentimento profondo quale l'amore.

Chiudete gli occhi per un momento, caricate nello stereo il vostro brano preferito e lasciatevi andare, lasciatevi avvolgere dai bassi, dalle note, dall'armonia dei vari strumenti e .... non abbiate paura di volare come aquiloni, ma al posto del vento fatevi spingere dalla musica....

martedì 17 maggio 2011

riuscire a fidarsi del prossimo, riuscire ad amare per evitare l'odio

La maggior parte delle persone che ci sta vicino lo fa per convenienza, è la dura realtà. Arrivi ad un punto della tua vita che non riesci più a capire se vale la pena rischiare, dare un po' di fiducia a qualcuno o rimanere soli con se stessi, ti poni questa domanda e continui a ripeterti che le persone non sono tutte uguali, che ci sono persone buone, ma poi, poi ti fidi, ti affezioni e che succede, ti ritrovi peggio di prima, perchè chi meno te lo aspettavi ti si mostra proprio per quello che tu speravi non fosse, si rivela l'ennesima presa per il culo della tua vita. Alla fine ti chiudi in te stessa cosciente della dura realtà, chiudi gli occhi e tiri avanti sola con la speranza che un giorno qualcuno possa smentirti, con l'utopia che arrivi il momento in cui qualcuno abbia la voglia di starti vicino per quello che sei realmente e non per convenienza.

Io ho sempre creduto e continuerò sempre a credere nell'amore verso il prossimo, vorrò sempre bene a chi mi circonda, ma so già che quello che io do agli altri spesso non torna in dietro, ma non mi preoccupo non mi faccio scrupoli perché prima di stare bene con gli altri io devo stare bene con me stessa e per avere questo benessere devo amare gli altri.


Troppo spesso vediamo gente che si chiude in se stessa, che non ha più il coraggio di fidarsi e di amare, ma io sono dell'idea che nella vita bisogna avere la forza di andare avanti sempre e questa spinta a farlo viene dall'amore verso i nostri fratelli siano essi amici e nemici, dall'amore verso una persona a quello verso la natura passando per quello verso gli animali. La vita è amore, fiducia e saper vivere con gli altri e per farlo dobbiamo fidarci, perché, anche se in passato la nostra fiducia è stata tradita, dobbiamo continuare su questa strada altrimenti costruiremo solo un mondo di odio ed egoismo; è vero potremmo anche cadere nuovamente ma nulla ci impedisce di rialzarci e continuare a camminare, e quando ci saremo rialzati saremo contenti perchè.... perchè siamo inciampati nella speranza di amare

sabato 14 maggio 2011

L'Io che incontro nella natura

Il bello di arrivare in vetta è che, una volta raggiunta la cima, sei appagato, non hai più la necessità di salire, non hai più la spinta a farlo perchè hai raggiunto l'apice; nonostante gli sforzi, la fatica, le ore perse a marciare arrivi su e ti rendi conto che ne è valsa la pena, perché...il sole ti bacia, il vento ti accarezza e il tuo sguardo è appagato dall'illimitatezza della natura che dai tuoi piedi ti mostra il vuoto del fondo valle pieno di alberi che danzano al fischio del vento, ruscelli che scendono tranquilli e mesti, il lago in lontananza che riflette il blu acceso del cielo e la luce del sole.
Ti siedi, i rumori della natura ti avvolgono, il profumo dell'erba, degli alberi...chiudi gli occhi e non serve fare molto, ma la mente ti si svuota, ti senti leggero e stupendamente felice; ti allunghi, ti butti sull'erba e finalmente ritrovi te stesso.
Capisco gli eremiti, chi fugge dalla frenesia quotidiana che ci circonda; abbiamo perso la capacità di apprezzare i piccoli piaceri della natura, di rivalutare un uccellino che saltella e cinguetta fuori dalla nostra finestra. Troppo spesso non ci fermiamo ad osservare un fiore che sboccia in quella piccola fenditura di quel grigio cemento che ci arroghiamo il diritto di gettare ovunque perché ci semplifica la vita, ma ci priva del gusto di correre scalzi su un prato, di gettarci nell'erba, di vedere, a primavera, i mille colori, le mille sfumature che solo i fiori hanno.
L'uomo vuole comodità e comfort, ma siamo sicuri che privarci del piacere della natura ci faccia vivere meglio? Più la svalutiamo, più la priviamo del suo valore, più perdiamo noi stessi; l'uomo ha bisogno del rapporto con la natura per trovare se stesso e per stare bene con il suo io. L'umanità sembra non capire, continua a distruggere, a non rispettare annientando se stessa; sembriamo una massa di autolesionisti che sta costruendo un mondo freddo e apatico, abitato da pallidi manichini che non hanno la spinta, la voglia di raggiungere la vetta, ma hanno solo la capacità di dire “si signore” ai “padroni” che buttano cemento, che appoggiano delle politiche di distruzione della natura e quindi dell'uomo, o meglio, del vero uomo. Insomma una terra grigia abitata da automi privi di “io” perchè lo hanno seppellito nel cemento.
Non voglio che i miei figli abitino un mondo del genere; voglio vederli correre sull'erba, cadere e rialzarsi senza impattare sul solido e freddo cemento, voglio vederli apprezzare il fiore che diventa frutto, attendere che un germoglio sbocci.
A volte sono troppo ottimista, troppo fiduciosa che il prato possa sconfiggere il cemento, ma questo mio positivismo nasce dall'idea che un giorno i pallidi manichini tornino ad abbronzarsi al sole, che gli austeri automi arrivino a correre sotto la pioggia e scalzi sull'erba; tutto sarà possibile dal giorno in cui qualcuno avrà il coraggio di salire in vetta, di assaporare i piaceri della natura e gridarlo al mondo.

domenica 8 maggio 2011

coloriamo il nostro mondo

quando la mattina vi svegliate, quando aprite la finestra, non vi sentite partecipi di un qualcosa? Non vi sentite gli artefici del mondo che vi circonda e che contemporaneamente vi ospita? Non sentite l'abbraccio dolce e vellutato della realtà che voi state costruendo insieme a tutti noi?

Io quando apro la mia finestra ogni mattina guardo il mondo che mi circonda, il mondo che io sto costruendo, l'ambiente che sto edificando insieme a tutti voi e mi domando ogni volta che mondo sarà quando un giorno i miei posteri verranno ad abitarlo, cosa sarà quando i miei discendenti apriranno quella stessa finestra?

Qualcuno potrebbe rispondere: “spero per loro che sia un mondo migliore”, ma io rispondo diversamente io “voglio per loro un mondo migliore”.
Sembrerò utopica, ma questa è la realtà e la forza che mi spinge ogni mattina ad alzarmi dal mio letto, la voglia di colorare il mondo in cui vivo per dare la possibilità a tutti di vedere l'arcobaleno e non solo il nero delle guerre, dell'inquinamento, dell'odio e della violenza. Io voglio coprire questo colore scuro, voglio negare il nero, voglio unire tutti i colori nel bianco della luce della speranza per poi riniziare, sulla base del bianco a dipingere quei colori che troppo spesso ci vengono negati, che troppi governi hanno cancellato con la forza delle armi.

Insomma io voglio una rivoluzione del colore, una rivoluzione che ha come armi i pennelli, come proiettili i colori, come leader i sogni e la fantasia e come bandiera...la cultura

Non vogliono il referendum per salvare Lui....ma noi a giugno faremo i Cittadini

Un referendum per essere valido bisogna raggiungere il quorum.... e loro non vogliono, ma partiamo dall'inizio

Il referendum chiede l'abrogazione di 4 leggi: due riguardano l'acqua, o meglio, la sua privatizzazione da parte dei comuni che entro il 2011 devo passare la gestione dell'acqua ai privati; uno riguarda il nucleare e l'altro riguarda il legittimo impedimento.
Tutte e 4 le leggi sono assolutamente da abrogare e mi sono già dedicata in altri articoli a spiegare il perché dire si (dire si per dire no) al quesito sul nucleare e presto scriverò le motivazioni anche sull'acqua, ma adesso dedichiamoci all'ultimo quesito.

Il legittimo impedimento riguarda il premier e i suoi processi, votare si all'abrogazione di questa legge costringerebbe Silvio a sottoporsi a giudizio, a presentarsi in aula, insomma quello che lui teme realmente....e allora ?!?! allora si cerca di sminuire un referendum sudato e lottato.
Si è evitato di farlo coincidere con le amministrative in modo tale da non raggiungere il quorum, si è cercato di cancellare il quesito sul nucleare (non ci sono ancora riusciti)perchè troppi italiani sarebbero andati al voto e stanno riuscendo a cancellare il referendum dall'informazione pubblica. Avete sentito qualche tg qualche trasmissione informarvi che si vota a giugno?!



Adesso basta, il referendum è l'unico strumento che la popolazione ha per esprimere direttamente la propria opinione, è l'unico punto di contatto fra la democrazia diretta e quella rappresentativa, cosa vogliono fare? Non permetterci di dire no a leggi stupide e ad personam?!?! non possono farlo non possono perchè noi a votare ci andremo.

I nostri 4 si li esprimeremo in quell'urna, saranno 4 si che non andranno solo ad abrogare 4 leggi ma andranno a fortificare il concetto di democrazia che troppo spesso ci dimentichiamo di difendere.....

Diffondiamo il messaggio, chiediamo alla gente di sentirsi partecipe del proprio futuro, chiediamo ai singoli di sentirsi cittadini e di fare i cittadini ….

venerdì 6 maggio 2011

Ognuno di noi ha la risposta al “chi sono?”

quante volte ci siamo posti la domanda: Chi sono? Cosa ci faccio qui?
La risposta è semplice io sono me stessa, quello che voglio essere io. Non ci sono progetti o destini costruiti per noi, c'è solo la libertà, la capacità di ogni singolo individuo di costruire il suo proprio destino senza nessuna imposizione dall'alto. Gli stessi cristiani riconoscono l'essere umano costruito a immagine e somiglianza di Dio e cioè in grado di costruire il suo futuro.

Ognuno di noi è frutto della sua esperienza, è il muro costruito a blocchi giorno dopo giorno; ci saranno blocchi neri segnati dal dolore, blocchi rossi segnati dalla rabbia, verdi figli della speranza, …. ma tutti blocchi fondamentali per la solidità del muro, tutti elementi importanti nella costruzione completa dell'individuo. Sembrerà strano ma i colori ai mattoncini siamo noi a darli, noi con le nostre azioni, le nostre idee e i nostri sogni. Anche quando tutto sembra nero, quando l'oscurità sembra prendere il sopravvento dobbiamo farci forza e riconoscere che il pennello per dipingere il nero l'abbiamo preso noi, e quindi saremo noi, un giorno, se ne avremo il coraggio, a riprendere il pennello dell'arcobaleno per ridipingere in mille colori la nostra vita.

La risposta allora sorge spontanea, io sono il muro che voglio costruire, il futuro che voglio colorare....ed un giorno sarò il palazzo multicolour che ho sempre desiderato edificare.