Quante volte ci siamo ripetuti che l'apparenza inganna, quante volte abbiamo sentito il detto “l'abito non fa il monaco” eppure troppo spesso non impariamo. Mi scuso con Magritte se rubo una frase del suo celebre quadro ma capita che troppo tardi ci accorgiamo che “Ceci n'est pa une pipe”.
Non voglio perdermi in discorsi filosofici basati sulla fallacità dei 5 sensi, ma voglio dedicare la mia dissertazione su quanto la nostra intera società sia portata a giocare con i 5 sensi e manipolare le nostre scelte e opinioni; è inutile farvi notare che se una cosa profuma la compriamo e se puzza no, se ha un bel colore la prendiamo altrimenti no, ma quello su cui voglio soffermarmi maggiormente sono i rapporti interpersonali e su quanto, purtroppo, oggi sta influendo l'apparenza e non la conoscenza.

Siamo nella società dell'immagine ed è inutile negarlo, anche noi che fino a qualche tempo fa ci ritenevamo immuni da contaminazioni televisive ne siamo entrati a fare parte, perché oramai non ci si conosce più di persona, ma attraverso i socialnetwork o piattaforme che limitano le relazioni a semplici scambi di parole e immagini tramite un freddo e apatico monitor di un computer. Lo scambio di notizie e immagini via pc non può essere reale e non soggetto a fraintendimenti o apparenze, facciamoci un esame di coscienza, quanti tag abbiamo rimosso dalle foto di facebook perchè non ci piaceva una espressione? Io non l'ho mai fatto, lo ammetto, ma molte persone lo fanno, perché vogliono creare delle persone perfette per la comunità virtuale, vogliono non avere nei e macchie e creiamo una sorta di “maschera”, una identità facebook che però non siamo noi; lo facciamo per piacere, per essere perfetti, per assomigliare a quel modello di perfezione che i media ci hanno inculcato oramai nella testa. Eppure non vi viene da chiedervi che fine avete fatto? Quando aprite il vostro profilo e vedete l'immagine perfetta, ritoccata al 100% non vi viene il dubbio, non sono io, non vi viene la voglia di essere voi stessi anche in una realtà che può essere più o meno virtuale? Tutti sembriamo quello che non siamo, tutti mascheriamo la realtà e adesso iniziamo a farlo anche quando siamo per strada o fra la gente, quando ci guardiamo, ci scambiamo nome e cognome e poi ci andiamo a conoscere su facebook o meglio andiamo a conoscere delle apparenze, andiamo a vedere delle ombre di persone reali, ombre distorte da luci e filtri messi in modo tale da creare un'ombra manipolata della realtà; Come direbbe Platone, già le ombre sono simbolo di una conoscenza incatenata, ma pensate a delle ombre opportunamente proiettate, non osate immaginare cosa stiamo creando? Non capite che siamo diventati tutti come la pipa di Magritte? siamo pura apparenza, nessuno di noi riesce più ad essere perchè non gli viene data né l'opportunità né gli strumenti.
Non attacco solo Facebook e simili, ma mi permetto di attaccare anche noi stessi, perchè abituati a questa facilità di comunicazione virtuale abbiamo abbandonato i metodi tradizionali del guardarsi negli occhi e dirsi quello che si pensa, siamo il mondo degli sms, ne basta uno per fidanzarsi e uno per lasciarsi, basta un "manda poke" su facebook per attirare l'attenzione di una persona e un "cancella dagli amici" per considerarla non più degna della tua amicizia. Il mondo non funziona così, la realtà è fatta di emozioni e rapporti interpersonali basati sul contatto fisico e visivo, non puoi dire ad una persona che le vuoi bene senza guardarla negli occhi, senza sentire il suo battito del cuore e sentire il calore della sua pelle.
Smorfie, difetti, imperfezioni, sorrisi usciti male, “mattità”, tutto ciò caratterizza ognuno di noi e ci permette di essere noi stessi, è inutile rimuovere un tag per cancellare un difetto perchè magari ciò che x noi è un difetto, potrebbe essere per altri la cosa più bella che abbiamo. Viviamo forti di quello che siamo e per costruire i nostri sogni, l'apparenza lasciamola alla pipa di Magritte